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Cosa hanno in comune i Beatles, Marc Chagall, Stanley Kubrick, Bill Gates, Jane Austen, Valentino Rossi e Roberto Bolle? Certamente il talento, non quello della genialità innata, ma quello della perseveranza e della dedizione. Sovvertita l'idea di talento come dote innata, questo volume propone una riconcettualizzazione sulle più recenti scoperte neuroscientifiche, del talento come pratica intenzionale, volta all'attivazione del potenziale personale. La prospettiva ontogenetica del talento qui proposta apre dunque le porte all'esplorazione di nuovi paradigmi per la formazione dei talenti.